Spoiler: non è tutto arcobaleni e glitter. Le prime 72 ore dopo il parto sono un frullatore emotivo, fisico e ormonale. E no, non è detto che tu sia felice. Anzi, magari sei stanca morta, acciaccata, disillusa. Magari il parto non è andato come te lo aspettavi. E va bene così.
Qui non troverai zucchero filato. Ma una guida vera, fatta da chi di allattamento ne mastica ogni giorno (ciao, sono un’IBCLC e mi occupo di consulenza allattamento a Bologna – sì, proprio quella figura lì che può fare una grande differenza). E se vuoi arrivare preparata a tutto questo, sappi che tengo anche corsi sull’allattamento per donne in attesa: ti aiutano a partire con il piede giusto, consapevole e informata.
I primi attacchi al seno sono, per dirla senza fronzoli, strani. A volte inefficaci. Spesso dolorosi. E no, non è normale avere dolore all’allattamento, anche se è comune. Ma se nessuno ti ha spiegato come dovrebbe essere un attacco corretto, come puoi sapere cosa non va?
In ospedale succede spesso di vedere operatori tirare il capezzolo e infilarlo a forza nella bocca del neonato. Sbagliato. Sbagliatissimo. No, il seno non è una supposta.
Capezzolo allineato al naso del bimbo.
Aspetti che apra bene la bocca (tipo grande, non tipo beccatina).
Quando la bocca è spalancata, lo porti verso di te rapidamente, guidandolo dalla schiena e non dalla testa (che non è un joystick, grazie).
Voilà: attacco corretto = meno dolore e poppate più efficaci.
Se i tuoi capezzoli iniziano a diventare rossi, screpolati, dolenti, con crosticine, lividi o fastidi persistenti, non va bene. Anche se qualcuno ti dice che "è tutto normale", non lo è.

Il dolore è un campanello d’allarme. Vuol dire che qualcosa nell'attacco al seno non sta funzionando come dovrebbe. E in questi casi, una consulenza allattamento con un’IBCLC a Bologna (o ovunque tu sia) può aiutarti a sistemare la situazione prima che degeneri.
E no, mi dispiace dirtelo, ma le cremine miracolose non fanno il miracolo. Il nostro corpo ha già un sistema di idratazione integrato: le cellule di Montgomery, quelle piccole ghiandoline sull’areola che producono una sostanza naturale antibatterica e idratante. Praticamente una crema su misura, sempre a disposizione.
Vuoi fare qualcosa che aiuta davvero la guarigione e protegge i capezzoli? Impara a fare una spremitura manuale del seno. Ti basta far uscire una goccia di colostro prima e dopo ogni poppata, da stendere delicatamente sul capezzolo. È come un balsamo rigenerante naturale, pieno di anticorpi e fattori di crescita.

Questa sì che è prevenzione vera, altro che tubetti e stick profumati.
I neonati nelle prime ore tendono a crollare. Ma attenzione: se non si attaccano con una certa frequenza (ogni 2-3 ore massimo), la glicemia può calare e diventano sempre più stanchi… quindi sempre meno capaci di poppare. Un circolo vizioso da evitare.
Altro che solletichino ai piedi o alle orecchie: se vuoi tenerlo sveglio durante la poppata, fai una compressione del seno. È efficace e non lo infastidisce.
Nelle prime ore esce il colostro. È denso, giallo, super concentrato. È perfetto così com’è. La quantità è minima ma è quella giusta: non serve un fiume di latte per nutrire un neonato appena nato.

Il colostro:
Ha proprietà immunitarie potentissime.
Ha un effetto lassativo: aiuta ad espellere il meconio (il primo contenuto intestinale).
È la base ideale per una buona partenza.
Domanda lecita, soprattutto se non hai una bilancia al posto degli occhi (tranquilla, nessuna ce l’ha). Ma abbiamo degli indicatori molto più affidabili e naturali: la pipì e la cacca.
Nei primi due giorni, il neonato espelle il meconio, una sostanza scura, appiccicosa, tipo pece. Serve a eliminare tutto quello che ha accumulato nell’intestino durante la gravidanza. E qui ti do un consiglio da farmacista con studi in chimica alle spalle (non solo IBCLC, eh):
👉 Portati in ospedale olio di mandorle dolci. Ti salverà la vita. Basta un batuffolo di cotone imbevuto per rimuovere il meconio molto più facilmente, e solo dopo – se serve – acqua tiepida e un filo di detergente delicato.
Deve farne almeno 2-3 scariche al giorno. E quando esci dall’ospedale, la cacca dovrebbe aver già cambiato colore, diventando marrone/verde. Ancora scuretta, ma non più nera. Segno che il colostro sta facendo il suo dovere.
Un altro ottimo indicatore è la quantità di pipì. La regola è facile da ricordare: una pipì per ogni giorno di vita.
1 pipì il primo giorno,
2 pipì il secondo giorno,
e così via...
Dal quarto giorno in poi, ti aspetti almeno 5-6 pipì ogni 24 ore.

Di solito tra le 48 e le 72 ore arriva la famosa montata lattea. E sì, succede quando ormai sei tornata a casa, magari ancora senza una vera idea di come gestire l’allattamento.
Ecco perché il supporto di una IBCLC è fondamentale: una consulenza allattamento a Bologna (o ovunque tu sia) può aiutarti ad affrontare quei giorni cruciali senza ansie inutili. E se vuoi arrivarci preparata, ricorda che tengo anche corsi di preparazione all’allattamento per donne in gravidanza: sapere come funziona il tuo corpo prima del parto ti cambia l’esperienza.
A volte succede: il medico dice che serve un’aggiunta. Va bene, non siamo contro le integrazioni, anzi. Se il medico ne ravvede il bisogno bisogna darla, perchè il primo obiettivo che abbiamo tutti è la nutrizione del neonato. Ma se il tuo obiettivo è allattare, allora è fondamentale sapere che:
👉 Hai il diritto di dire che vuoi dare il tuo latte.
👉 La formula non è l’unica opzione. È l’ultima.
E no, non è difficile come vogliono farti credere. Basta un po’ di organizzazione e le informazioni giuste (qui entra in gioco la tua amica IBCLC).
Il colostro è potentissimo. Ricco di anticorpi, digeribile, protettivo. Se il tuo bambino ha bisogno di integrazione, il tuo colostro è la scelta migliore. Per raccoglierlo, puoi imparare la spremitura manuale o usare un tiralatte. E con quello, hai già fatto metà del lavoro.
Due vantaggi in uno:
Nutri il tuo bambino con il miglior latte possibile.
Stimoli la produzione (spoiler: più lo togli, più si produce).
Molti ospedali infilano automaticamente un biberon
Ma ci sono altri metodi molto più rispettosi della fisiologia e dell’allattamento:
Cucchiaino (sì, anche i neonati lo sanno usare!)
Bicchierino
Siringhina (dita-pappa o finger feeding)


Questi sistemi non confondono la suzione e sono ottimi anche a casa se l’integrazione continua per qualche giorno.
E ricordati: anche quando serve integrare, non stai fallendo l’allattamento. Stai costruendo un ponte. E su quel ponte puoi camminare, passo dopo passo, verso un allattamento pieno e soddisfacente. Magari con un piccolo aiuto: una consulenza allattamento a Bologna con un’IBCLC può fare davvero la differenza nel capire come procedere al meglio, senza perdere fiducia.
Tra una poppata e l’altra, prova a dormire. Davvero. Riposare è sacrosanto. E no, i parenti non dovrebbero essere intrattenuti. Non sei l’animatrice del family day, sei una mamma che sta conoscendo il proprio bambino.

Meno gente tra i piedi = più sonno, più serenità, più spazio per costruire quel legame pazzesco che sta nascendo.
Le prime 72 ore sono delicate, intense e piene di cose da imparare. Non devi farcela da sola, non devi improvvisare. Una consulenza allattamento con un’IBCLC a Bologna (come me!) può farti partire col piede giusto, evitando dolori inutili e false credenze.
E se vuoi arrivare davvero pronta, ti aspetto nei miei corsi di preparazione all’allattamento: un investimento piccolo che ti dà strumenti enormi.
Ricorda: il dolore è comune, ma non è normale. E tu meriti di partire con il supporto giusto.
Giulia Fornasari
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